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giovedì 30 maggio 2013

"NEI GIARDINI CHE NESSUNO SA" ...di Giulio


La trova nella sua solita posizione a distanza di un mese. Seduta, immobile come una salice piangente senza vento. Di fronte a lei il suo piatto di pastina che, per metà, è riversato nelle sue gambe coperte da un bavaglio.
Intorno.. un mondo di tristezza. Chi picchietta contro il tavolo, chi cerca di stirare la tovaglia con la mano, chi urla, chi piange e chi, come lei, fissa il vuoto come un cieco.
Tutti un po' fuori dal mondo.
Non importa la politica, il notiziario, la scienza o la cultura.. Qui si aspetta solo la morte.

Solo una cosa la manteneva in vita ogni tanto prima di quel momento: la vista di colui che la andava a trovare.
Un dolce sorriso pieno di entusiasmo stravolgeva il suo volto spento ogni volta, creando un'emozione tanto felice quanto quella di un bambino di fronte alla playstation nuova.

Stavolta però è stato diverso. Il visitatore sapeva già che di giorno in giorno andava peggiorando, ma non poteva essere pronto.
Si avvicina a lei, la saluta con un bacio. Lei sorride per pochi secondi e poi ritorna impassibile. Non risponde coscientemente alle domande, non gioisce come ogni volta.
Così, incredulo, si siede accanto e incomincia a imboccarla come se fosse una neonata, proprio come lei faceva con lui 16 anni fa.
Mastica lentamente in maniera quasi passiva, non sa fare altro in quel momento, spinta da quel briciolo di capacità di restare in vita.
Non si sa cosa le passa per la testa.
Alla domanda: "Nonna, a cosa pensi?"
"A niente"
Prosegue con frasi sconnesse bloccandosi a metà periodo.. frasi che una persona non saprebbe assemblare, eppure lei ci riesce.

Chiunque direbbe che sta aspettando la morte.
Sarà colpa di quel posto buio che, giorno per giorno, spegne la vitalità? Perché una fine tanto ingiusta?

Risponde solo ad una domanda con apparente coscienza:
"sei stanca?"
"Si, sono stanca."
Di vivere probabilmente.

Prosegue borbottando qualcosa di incomprensibile. Nulla, non c'è altra via di dialogo, neanche un reciproco sguardo. Allora continua ad imboccarla con dolcezza.
Lei è invidiata da tutti in quel momento, ma non lo sa.
Non finisce la cena, vuole andar via.

"Dove vuoi andare?"
"Dove andava sempre mia madre.. con le sue amiche.. sistema il bicchiere.. soldi nelle mani..una amica mia.. nelle mani, pochi soldi! Mi senti?"

Così passeggia zoppicando sostenuta dal ragazzo spostandosi da divano in divano, tollerando tristemente ogni secondo, vivendo quei metri come chilometri.

Lui cerca di guardarla ancora una volta negli occhi, le solleva ripetutamente gli occhiali speranzoso di farle acquistare la vista distrutta dalla cataratta.
Essi scivolavano sul suo naso in maniera tanto lenta da non poter essere percepita. In questo posto tutto sembra più lento.

Non vede, non sente, non parla come tutti, è in un'altra dimensione.
Solo gli abbracci e le mani che si stringevano l'un l'altra in cerca di un contatto contenevano un confronto.. attimi che ricordavano il passato. [...]

Il giovane l'accompagna al letto in una stanza condivisa con un'altra anima in pena dove le è impossibile respirare col naso.
Continua a mormorare qualcosa.. e poi:

"Non andartene, non lasciarmi sola."

Baci e carezze che durano minuti, sguardi che stavolta si incontrano e si scambiano amore. I secondi passano lentamente, i suoi occhi azzurri non sono più spenti, la paura di non poterli più rivedere rende il tempo più lento.
Aveva trovato la soluzione più semplice per farle passare bene quei momenti: non più le battute per farla ridere ma il sincero ed eterno affetto di chi possiede lo stesso sangue.

Così si addormenta, non più turbata da qualcosa che nemmeno lei comprende.

Sono terribili momenti che diventeranno un malinconico ricordo per lui.
La triste convinzione che la prossima volta sarà ancora più dura, l'infinita tenerezza verso una donna che non dovrebbe meritare questa fine, la paura di non poterla salutare mai più, la speranza di poterlo fare ancora."

Giulio

Spedito da elfa1131 il 11 Giugno a 8:18

Rita fai i complimenti a Giulio! Ti assomiglia, un racconto struggente e bellissimo e auguro a tuo figlio di continuare su questa strada, ha veramente talento il ragazzo!


Spedito da rizzri il 23 Maggio a 23:46

E' un racconto di mio figlio Giulio, ha descritto perfettamente la situazione che ha vissuto e le sue sensazioni di amarezza e di amore e in foto, ha immortalato la mano di mia madre e la sua.

venerdì 3 maggio 2013

BUSTI DI UOMO E DONNA


PATINATURA ARGENTO ANTICO

SIRENETTA


prospettiva frontale

BUSTO DI DONNA


In creta patinatura avorio da rifinire.

MANI


DANZATRICE EGIZIANA- prospettiva frontale


DANZATRICE EGIZIANA


in creta patinatura effetto bronzo e argento antico

UOMO INDIANO


Rifinita e patinata con smalto per modellismo effetto bronzo.

DONNA CINESE


decoro effetto oro e rame

MASCHERE: LE RAZZE-DONNA NERA


IN CRETA- PATINA A ORO EFFETTO BRONZO

TESTA DI CAVALLO IN CRETA


Patina a oro opacizzato con bitume liquido