I

I

giovedì 26 marzo 2015

MARCELA SERRANO


“Raccontare la storia di una donna.
Una donna è la storia delle sue azioni e dei suoi pensieri, di cellule e neutroni, di ferite e di entusiasmi, di amori e disamori. Una donna è inevitabilmente la storia del suo ventre, dei semi che vi si fecondarono, o che non furono fecondati, o che smisero di esserlo, e del momento, irripetibile, in cui si trasforma in una dea. Una donna è la storia di piccolezze, banalità, incombenze quotidiane, è la somma del non detto. Una donna è sempre la storia di molti uomini. Una donna è la storia delle sue radici e della sua origine, di tutte le donne che furono nutrite da altre che le precedettero affinchè lei potesse nascere: una donna è la storia del suo sangue. Ma è anche la storia di una coscienza e delle sue lotte interiori. Una donna è la storia di un’utopia.
Violeta."


" ...Questa vorrebbe essere la storia di Violeta, se la mia non fosse cosi’ intrecciata alla sua....Nonostante fossimo molto diverse, io e Violeta avevamo alcune caratteristiche in comune….…il fulgore. Abbiamo sempre tenuto al fulgore. Non quello abituale e scontato. Pretendevamo una luce particolare intorno a noi. Una luce che potesse salvarci dall’immediato, che ci allontanasse dalla volgarità. Detestavamo tutto cio’ che era ordinario. Per questa ragione condividevamo l’anelito della solitudine. La solitudine fisica. Con il passar degli anni la apprezzavamo sempre di piu’ come se in sua assenza non potesse sbocciare alcun germoglio. Senza solitudine, io e Violeta rischiavamo di sfiorire. Ci sentivamo donne al passo con i tempi, ma non eravamo cosi’ illuse da non capire che la nostra è un’epoca che cospira contro questo innocente desiderio.”


“…Andrès chiuse un momento il suo libro, mi guardò serio e disse: “Violeta non è una persona semplice, vero Josefa?”
“No, certo che no…perché me lo chiedi?”
“Non so…Ho la sensazione che si stia affannando a trovare una risposta soddisfacente al semplice mestiere di vivere.”
Aveva ragione. L’incubo di Violeta, il suo sogno più tremendo, era pensare che la risposta alle sue domande – quelle che ciascuno di noi formula senza esprimerle – sulla maniera più giusta di stare al mondo, potesse essere il vacuo silenzio.”



“Violeta avvicina al viso il bicchiere di rum, armonia di colori.
“Ti voglio raccontare un piccolo aneddoto.”
“Coraggio”
“Una volta è venuto a trovarmi un vecchio amico, Ernesto Martinez. Dovresti ricordarti di lui, è uno che ha sudato sangue rincorrendo il potere. Con l’avvento della democrazia, ha ricoperto tutte le cariche possibili e attualmente è senatore. La sua è una storia di successi a tutto tondo.L’ultima campagna è stata particolarmente dura, ed è stato eletto per una manciata di voti. La cosa interessante, Jose, è che mi ha confessato che quella notte, la notte della vittoria, alle quattro del mattino, nel suo letto, è stato assalito da un tremendo
senso di vuoto. Non si sopportatava più. Cercava disperatamente di comprendere il senso della sua vittoria. Proprio lui, capisci, che aveva toccato in mano il potere. E la sua relatività.”
“Ti ha parlato anche del gusto per il potere?”
“Si è soffermato piuttosto sulla trasformazione politica in questo nuovo mondo dominato dai giochi di equilibrio e dalla ricerca del consenso, in questo nuovo contesto basato sulla pura immagine e sulle non-idee.” “…la cosa sorprendente, Josefa, è che la notte del trionfo, l’unica domanda che gli ronzava in testa era: come posso fare per costruirmi una vita degna? Ecco, questa è la sua ossessione.” …. “ …Insomma”, sospira Violeta, “ormai sappiamo che non potremo cambiare il mondo, ti pare? Questo è stato il colpo piu’ duro inferto alla nostra generazione. Ci siamo visti sfumare l’obiettivo a metà strada, quando avevamo ancora l’età e l’energia per trasformare il mondo. La politica non è più quella di una volta. Adesso si rincorre il potere per il potere,con qualche tratto distintivo a seconda dei gruppi, ma nessuna differenza sostanziale. Per questo ad una persona come il mio amico non resta che chiedersi con umiltà: Dov’è finita la dignità? Avvicinarsi ad essa il più possibile, quando non restano altri spazi in cui rifugiarsi.”


L’ambizione non ha confini, è come una saracinesca dell’anima che non si chiude mai: entrano le raffiche, e si mescolano tra loro,ora soffocando, ora congelando, ma sempre, per principio, fanno fremere d’ansia. Un animo ambizioso è quasi sempre esposto alle intemperie e la tormenta è una minaccia continua....L’ambizione non concede spazio alla serenità"

…Sono rimasta nuda come l’acqua.


Che continente martoriato, maledizione! Saliamo sul carro dello sviluppo, ma solo metà, uno sviluppo, poi che fa acqua da tutte le parti, e ci troviamo ad affrontare i problemi di un paese moderno, ma con il bagaglio di carenze dolorose dei paesi arretrati. Insomma, è evidente: anche da noi, ogni Nord ha il proprio Sud.”



“L’ultima mattina in Cile. Andrès pronto per uscire, vestito di tutto punto e io avrei voluto toccargli una gamba, allungare una mano, semplicemente per sentire sotto la stoffa del soprabito i suoi muscoli forti. Invece ora un’altra mano sta sfiorando il mio collo e scende verso il mio seno. E perché devono esserci solo i muscoli di Andrès? Perché non quelli di Javier, altrettanto forti e belli? Per quanti anni mi ritroverò ancora a rimpiangere selvaggiamente un corpo desiderato e impossibile, quanto dovrò aspettare perché la mia mano sia ancora la benvenuta tra le gambe di un altro uomo? Dio mio, che strazio il tempo! e la dimensione in cui fluttuo si cancella, una mano estranea la dilata. Come faro’ a respirare, a inghiottire, a sentirmi viva finchè continuerò a guardarmi al mattino e a non essere in grado, la sera, di spogliarmi davanti a un uomo? Ci sono queste cosce adesso, queste gambe sotto le lenzuola del Santo Domingo. Cosa mi ha impedito in tutti questi giorni, in queste lunghe giornate, di riuscire a riconoscere l’involontario dislocamente del mio desiderio? Non ho allungato la mano perché pensavo di non essere capace di usarla: ora so che non è così, e queste gambe sono qui a portata della mia mano e mi cercano, divaricandomi. Voglio vederlo, voglio ammirare il suo corpo meticcio, nudo come non ho mai desiderato di vederne un altro, lo sento là sotto, uomo grande e scuro, nudo, e sia, trafiggimi, la luce è spenta, attraversami, occhi neri, grande e vigoroso, lo intuisco, voglio concentrarmi dove sento il richiamo delle pulsazioni, scardinata mi prendo questo corpo, non c’è più solo quello di Andrès, perchè devo essere solo di Andrès se sono molteplice, sono latte e sono miele, avanti, trapassami, voglio sentirmi trafitta da una gigantesca spada per essere certa che sono viva, che mi rimane ancora tempo, girasole, fior di sole, calore, calore chimico, allora posso esplodere, il fiotto congiungerà la mia vagina al mio spirito, posseduta fino a perdere il controllo. Ardo. Sto bruciando.”


Spedito da cheyenne962 il 13 Marzo a 1:04

Un articolo bello , pieno di tanto e di tutto ciò che si può scorgere dell'animo femminile.
Mi ha colpito la risposta " Il vacuo silenzio " alla domande di Violeta.
Spesso dopo immensi mentali ed atente analisi ci consegnamo esausti al silenzio liberatorio, di chi ripone le domande al divenire della stessa vita.
Mi piace leggerti e credo di avere molto da imparare da te, da voi donne, un universo sempre mutevole ma ricco di emozioni.
Un abbraccio Chey



Spedito da franciet il 27 Febbraio a 22:42

♥ anch'io ho tutti i libri di Marcela Serrano e li amo tantissimo!!
Il pensiero che per un anno tutti i miei libri saranno chiusi in scatole dentro un garage, mi fa già stare male...
Tesoro ho messo una poesia di Charlie Chaplin nel mio spazio che so che ti piacerà e lenirà un po' la tua Anima...poi se ti va leggi gli utlimi due post..
Un forte abbraccio...................Franca


Spedito da apogea2 il 24 Febbraio a 11:52

Tesoroooo Marcela Serrano è una delle mie scrittrici preferite, ho letto tutti i suoi libri. Ed antigua da quella lettura mi è entrata nel cuore. Un aDonna sofferta anche lei, in tutti i suoi scritti vien fuori la sua dolce malinconia ed intelligenza! Hai letto l'albergo delle Donne tristi? Un altro spettacolo di lettura. Un altro suo spettacolare è "Quel che c'è nel mio cuore", è il primo che ho letto credo. Grazie per questo spaccato mostrato e condiviso. Ti voglio bene e ti abbraccio. :-) Mi fa piacere che leggi quel che anch'io amo!

Spedito da mihlla il 24 Febbraio a 9:13

L’affinità fra due donne che hanno il comune senso dell’introspezione alla ricerca di se stesse e di quello che è l’animo femminile, così intricato, profondo, spesso in lotta fra pace e rabbia, orgoglio e rassegnazione, istinto e ragione, fra i risvolti di un’apparente e meditata solitudine intimamente fisica e mentale, nella difesa della dignità, cercata e pretesa, come barriera assoluta, verso chi non comprende e non sostiene il vero senso di una femminilità che è legata alla mente in un connubio cerebrale con il cuore; le donne per istinto sono riverse alla ricerca dell’amore, quello che dovrebbe esaltare la dignità e che difende la credenza sbagliata di donna intesa solo come risorsa continua del tutto o del niente, quasi fino a spogliarla del suo essere interiore;
spesso penso che tutto scaturisce da quel ventre che infine dona la vita, che sboccia come un fiore, che vuole solo essere rispettato, curato e amato ..
il tuo articolo è interamente femminile, tipico di una donna che ha conosciuto un percorso interiore, non facile, spesso intricato e sofferto, nella continua ricerca di se stessa e del senso della vita, un cammino femminile e contrastato, a volte sospeso come il mio ..
ti lascio un abbraccio affettuoso,
grazie per aver scritto questo articolo così profondo e riflessivo
ciao
mihlla*






Nessun commento:

Posta un commento