Il Raks sharqi, ossia danza del Medio Oriente, impropriamente coniata come“danza del ventre” dagli esploratori francesi di fine settecento, nasce come danza sacra e la sua sensualità ha origine dalla naturalezza, non dalla provocazione; non è solo una mera danza di seduzione, purtroppo è sempre più svalutata e snaturata da danzatrici non professioniste, talvolta con appena un anno di studio, che si esibiscono sempre più numerose nei locali di tutto il mondo...
Le origini di questa danza si perdono nel tempo e nello spazio... Nel periodo neolitico, in Mesopotamia, le sacerdotesse celebravano le loro danza in onore delle dea Ishtar, la grande Dea, simbolo della fertilità, dell’amore e della sensualità. Nell’Egitto faraonico, cinquemila anni fa, le danze si svolgevano nei templi dedicati a Iaset ( la Iside dei romani), l’eccelsa Dea della Luna, del mistero e della Magia. Le sacerdotesse iniziavano le danze coperte da un velo, e il gesto di toglierselo stava a simboleggiare la rivelazione della "Luce". I passi e i movimenti del ventre, narravano la storia di Iaset ,simboleggiavano le varie divinità e i quattro elementi della natura. Si eseguivano danze che celebravano la fertilità e che simulavano l’origine della vita attraverso particolari movimenti ed ondulazioni dei fianchi (che contraddistinguono tuttora il Raks Sharqi con lo “shimmy” , la particolare vibrazione del bacino).Attraverso questi rituali, Le sacerdotesse cercavano l’unione con l’universo, e con la pratica assidua di quest’arte sacra, si evolvevano spiritualmente. Al tramonto della civilta’ matriarcale, con le invasioni degli Arabi, questa danza si arricchì di un ritmo più festoso , ma perse i connotati di danza sacra, acquisendo differenti interpretazioni, divenendo danza laica e limitando la donna a mero oggetto di seduzione. Nel Medioevo, le donne acquistate nel mercato degli schiavi, venivano portate negli harem di califfi e sultani. Alle “prescelte”, venivano insegnate le arti e le scienze del periodo. Le schiave, nel tempo, dimostrarono di possedere grandi capacità intellettuali e grazie alle loro abilità dialettiche e alle sensuali movenze del loro corpo, riuscirono ad impadronirsi della mente e dei sensi dei padroni.
Il fulcro della danza orientale è il centro del corpo, la fonte d’energia del movimento; ogni parte del corpo si muove autonomamente, ed è questo che la rende perticolarmente affascinante. Movimenti precisi, ben definiti, rievocano i movimenti delle onde del mare, della luna, del fuoco, imitano diversi animali come il serpente o il cammello, e il movimento infinito, simboleggiato dal numero otto, disegnato dai fianchi, con diverse e particolari tecniche. Questa danza suscita meraviglia, e ci si sorprende a contemplarla estasiati, se la danzatrice riesce a trasmettere eleganza ed armonia... il segreto sta nella fluidità e nella morbidezza dei movimenti....danzando, si celebra la propria femminilità, si ha la sensazione di essere guidati e cullati dal proprio ventre, che acquista un potere ancestrale e che ci riporta alle origini, alla nascita.... Con il Raks sharqi la donna, inneggiando alla propria femminilità, rapita da sé stessa, ritrova benessere e gioia ....Amo profondamente questa danza, e mi prefiggo di riprenderla appena possibile, perché è ancora vivo e fervido in me il ricordo di quel benessere e di quella gioia ....
( Si, Pat, il costume nella foto l'ho realizzato io, indovinato!!)
Una mia amica è appassionata di danza del ventre e vorrebbe farla conoscere anche a noi... Finora non è capitata l'occasione... Domani partirò, sono passata a salutarti... Ma prima lascerò ancora un ricordo. | ||||||||||||||
Bentornata Rita, mi fa immensamente felice che ora sei pronta per essere diversa....spero mi racconterai di questi giorni, aspetto una mail. Ti abbraccio forte forte. Lu | ||||||||||||||
;-)...forse...kiss
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